Roè Volciano immerso nel verde di vigneti ed oliveti; sullo sfondo il golfo di Salò sul lago di Garda

 

Volciano immerso nel vede di vigneti ed oliveti; sullo sfondo il golfo di Salò sul lago di Garda Stemma del Comune di Roè Volciano in Valsabbia

 

La posizione di Roè Volciano in Valle Sabbia
Il territorio di Roè Volciano si estende alla sinistra del Chiese. Il fiume, in questo tratto, scorre in direzione sud-ovest, tra le pendici del gruppo montuoso di Selvapiana e un basso argine di origine alluvionale, costituito dalla sommità di una dorsale morenica.
Questa dorsale si apre, sul versante opposto, in un'ampia conca degradante verso il golfo di Salò sul lago di Garda.
Si possono quindi distinguere due parti con caratteristiche fisiche diverse.
Lungo il Chiese, all'estremo lembo sud-occidentale del territorio comunale, si delinea il primo tratto del solco vallivo valsabbino.
Questa stretta e lunga striscia di terra appartiene geograficamente alla Valsabbia e di questa assume le caratteristiche, restando separata dal contesto ambientale gardesano.
Il fiume si trova perciò in una posizione piuttosto marginale e lungo i secoli non ha avuto un ruolo significativo nell'evoluzione del territorio comunale fino al suo utilizzo per scopi industriali.
L'ambiente volcianese vero e proprio, in cui si sono sviluppati i centri storici, è invece caratterizzato dalla presenza di questo anfiteatro morenico a cui fanno corona i rilievi montuosi valsabbini e gardesani, formando un quadro di notevole interesse paesistico.
I pendii dolci e ondulati di questo versante sono stati scavati da alcuni torrenti, che hanno originato profondi solchi detti valù, dove permangono delle aree a bosco.
Il rio di Cassiniga scorre ai margini della piana di Pargone, ai piedi dei rilievi di Soprazzocco che chiudono a sud-est la conca volcianese.
Il rio del valù de le Quadre scorre all'interno, fra gli abitati di Volciano e quelli di Liano, Rucco e Trobiolo.
Un ultimo torrente, scorrendo a valle di Agneto, segna il confine con il comune di Salò.
I tre torrenti si uniscono in un unico tratto nel territorio salodiano per poi confluire nel Garda.
La varietà del paesaggio si manifesta anche nella vegetazione, che comprende sia le specie mediterranee tipiche della riviera benacense sia quelle appartenenti all'orizzonte submontano.
La positiva influenza climatica del lago di Garda ha consentito lo sviluppo di un'agricoltura specializzata nella coltivazione della vite e dell'olivo. Sono inoltre presenti arbusti della macchia mediterranea, spesso utilizzati come elementi decorativi nei giardini privati, quali gli oleandri e i lauri.
Un'altra presenza caratteristica è quella del cipresso, sia in esemplari isolati, sia in piccoli gruppi, sia in filari lungo le strade.
Le aree boschive sono molto ridotte come estensione ed insistono sulla parte nord del territorio comunale, la più elevata, comprendente una propaggine del sistema montuoso valsabbino.
Qui sono presenti il carpino, il frassino, il nocciolo e il castagno, che caratterizzano buona parte delle aree boschive della Valle.

 

La conca di Roè Volciano vista da Cunettone di Salò

 

La conca di Roè Volciano vista da Cunettone di Salò


La storia di Roè Volciano in Val Sabbia
Le vicende storiche volcianesi sono strettamente connesse con quelle della Riviera del Garda e con quelle valsabbine e, in un contesto più vasto, con la storia di chi durante i secoli ha dominato questi territori.
Poco si conosce sulle origini di Roè Volciano, ma si presume che Volciano costituisse con Salò un unico pagus romano.
Nella chiesa parrocchiale di S. Pietro, probabilmente edificata sopra i resti di un edificio romano, sono state rinvenute due testimonianze di questo periodo (attualmente conservate a Salò): una stele romana con scolpiti i nomi di due giovani donne: Quinta e Seconda; un masso marmoreo a ricordo della famiglia di Caio Vibio.
Con il declino dell'Impero Romano il pagus perde la sua importanza e ad esso si sostituisce la plebs (pieve), che concentra nella chiesa pievana le funzioni religiose e amministrative della comunità.
Risale a quest'epoca uno dei documenti più antichi della storia volcianese: nel 1186 il papa Urbano IV; con una sua bolla, riconosceva i diritti parrocchiali della pieve madre di Salò sulla sussidiaria di S. Pietro in Liano.
Questo documento è una conferma della dipendenza di Volciano da Salò ed è il punto di partenza di una controversia che durerà fino al XV secolo.
Volciano riesce comunque a raggiungere nel XIV secolo l'autonomia amministrativa, dandosi degli statuti propri.
Infatti fin dal 1344 i vescovi bresciani esigevano dai Consoli di Volciano il quarto delle decime del comune.
In un atto del 1300 il vescovo bresciano Berardo Maggi destinava la costruzione del ponte di Gavardo agli uomini di Volciano e di altre comunità vicine.
Gli statuti volcianesi, di cui non restano tracce ma solo testimonianze della loro esistenza, sono stati successivamente confermati dalla Repubblica di Venezia, che dominerà sull'intera zona dal 1426 al 1797, togliendo questi territori ai Visconti di Milano.
Volciano appartiene amministrativamente alla Quadra di Salò. Il suo nome e quello delle altre frazioni del comune sono citati nel Catastico Bresciano di Giovanni da Lezze (1609-1610).
Durante il dominio della Serenissima avviene la visita del cardinale Borromeo alle parrocchie valsabbine, da cui lo stesso trarrà un'indagine relativa allo stato della popolazione.
La relazione sulla parrocchia di S. Pietro in Liano porta la data dello maggio 1580.
Nel 1797 Venezia viene attaccata dalle truppe di Napoleone e successivamente ceduta all'Austria con il trattato di Campoformio.
Inizia il dominio asburgico che si protrarrà per poco più di mezzo secolo.
Nel 1859 infatti Garibaldi riesce ad occupare la Valsabbia e il Garda con i Cacciatori delle Alpi, lasciando numerose testimonianze del suo passaggio.
L'anno successivo tra i partenti da Quarto con Garibaldi per l'impresa dei Mille c'è il volcianese Achille Tonni Bazza.
Nel 1861 viene proclamato il Regno d'Italia; Volciano entra a far parte del Collegio Amministrativo di Salò.
Il XIX secolo segna l'inizio di profonde trasformazioni per l'intera zona.
Nel 1802 viene aperta la nuova strada Tormini-Salò e nel 1823 vengono inaugurate la Tormini-Vobarno e la Salò-Cunettone-Zette.
Con l'Unità d'Italia vi è un potenziamento delle infrastrutture, con la costruzione della ferrovia Rezzato-Vobarno.
I tempi sono ormai maturi per il processo di industrializzazione che sta per trasformare buona parte dell'Italia settentrionale.
Nel 1882 si insedia, in località Roè, dove prima esistevano soltanto un mulino e un maglio, il Cotonificio Hefti. La fabbrica tessile, in poco meno di ottant'anni, darà un notevole impulso alla vita del comune che, nel 1927, acquisterà l'attuale denominazione di Roè Volciano.
Gli anni seguenti sono ormai storia recente. Il periodo fascista e la seconda guerra mondiale hanno chiesto anche ai Volcianesi un triste tributo di sangue.
Nel novembre 1923, a Gazzane, Giovan Battista Inga, socialista, viene ucciso da un gruppo di squadristi.
Durante un bombardamento, nel novembre del 1944, esplode la polveriera di Tormini, fortunatamente senza vittime, ma con molti danni agli edifici. Luigi Ragazzo, Domenico Signori e Arnaldo Bellini perdono la vita con altri partigiani nella lotta di Resistenza in Valsabbia.