La frazione di Trebbio con la settecentesca parrocchiale dedicata a San Martino

 

La frazione di Trebbio a Treviso Bresciano Stemma del Comune di Treviso Bresciano in Valsabbia

 

I nuclei urbani
Trebbio (sede comunale), Vico, Facchetti. Sorgono, sul versante orientale della Valle Sabbia, in una valle verdeggiante, segnata dal torrente Gorgone, che sfocia a Vestone nel fiume Chiese.
Boschi e pascoli sembrano abbracciare, in una sintesi di architettura naturale, le tre contrade che formano il paese.
Ombrosi boschi e profumate pinete, prati soleggiati e comode passeggiate, con suggestivi panorami sul lago d'Idro, di Garda e sul Trentino, sono caratteristiche di Treviso, così come lo sono le tradizioni di una gastronomia tipica locale: salami, formaggi, polenta tiragna, "cesene" ripiene, scalettone (scalitù) dolce tipico, "rustignì" (salame cotto in aceto e cipolla), ecc., si esprime al meglio in autunno, il periodo dello spiedo di uccelli, che ha reso famoso Treviso anche fuori dai confini della Valle Sabbia.
La località, ben orientata al sole e protetta dai venti, gode di un clima piuttosto mite, con modeste oscillazioni di temperatura e bassa gradazione di umidità.
Proprio per questo motivo, Treviso è stato considerato, con le strutture di Valledrane, centro climatico assai interessante.
I monti, prevalentemente di natura calcarea, sono coperti da bosco ceduo, tranne che nella zona di Valledrane e verso il passo della Fobbia, dove esistono vaste zone coperte da castagni e pinete.

 

Il lago d'Idro visto da Treviso Bresciano

 

Veduta del lago d'Idro dalla strada che sale a Treviso Bresciano

 

Il nome del paese pare abbia logica etimologia dal latino Tres Vici cioè tre villaggi.
Infatti vari documenti danno come costituenti la località complessiva di Treviso, fin dall'antichità, le tre frazioni di Vico (Vicus) , di Trebbio (Traes Viae) e di Facchetti, così denominata quest'ultima perché costituita da famiglie dello stesso cognome.
Secondo altri, il nome deriverebbe dal termine celtico Tarvisino (casa bianca), altri ancora lo farebbero derivare da trais o treis, cioè greppia in dialetto bresciano.
Ma la denominazione antica del paese era Cacys, derivante dal termine longobardo gaz, che significa bosco.
Un'etimologia forse più leggendaria attribuisce la denominazione del paese ad attrezzi in legno che venivano prodotti quassù: le cassöle.
Nei documenti più antichi viene indicato con i nomi di Cassizio, Cazzi o Cazziarum; solo il 24 maggio 1532 la cardinal vicinia del comune di Cacys deliberava: ... quod dicta Terra amplius non vocet Cacij, sed Trevisii.
Elemento predominante del territorio di Treviso è l'estensione dei boschi: questa doveva essere una caratteristica già nell'antichità, dato che il grande bosco di Treviso fu per alcuni secoli di proprietà dei Gasindi (vassalli dei re longobardi), quindi appartenendo in seguito ai monasteri di Leno e S. Giulia, del vescovo di Brescia, come riserva di caccia; frequenti infatti erano in quei secoli (X-XV) le battute di caccia all'orso, al daino, al capriolo, allo stambecco, numerosi sui monti della Fobbia.

 

Treviso Bresciano in Valsabbia

 

Veduta di Treviso Bresciano.

 

Appartenente al pago romano prima ed alla pieve di Idro poi, nel cui ambito si formarono probabilmente le vicinie di Vico, Trebbio, ecc., si costituì in parrocchia autonoma nel secolo XV.
Dalla divisione amministrativa viscontea si apprende che, nel 1396, Treviso Bresciano già faceva parte della Riviera di Salò, mentre sotto la Serenissima Repubblica di Venezia passò alla Quadra di Montagna della Riviera di Salò (1427).
Nel novembre del 1526 Treviso fu teatro del passaggio dei Lanzichenecchi guidati da Giorgio di Frundsberg che, per evitare un attacco alla Rocca d'Anfo, decise di procedere per la via della Fobbia, scendendo quindi a Treviso.
I Lanzichenecchi vi passarono la notte, profanando la chiesa e ripartirono dopo aver bruciato alcune case.
Durante il periodo napoleonico (XVllI secolo) Treviso fu incluso nel Dipartimento del Benaco, ma non sfuggì neppure all'invasione (aprile 1799) di truppe austro-russe, in seguito alla quale l'ordinamento politico-amministrativo austriaco nel Lombardo Veneto divise la Valle Sabbia in due Distretti, aggregando Treviso al Distretto XVII di Vestone.
Con lo spostamento dei confini d'Italia alla Valle del Caffaro e alla Val Vestino, Treviso fu considerato zona militare di prima linea (1915) ed il forte di Valledrane, costruito fra il 1912 e il 1914, venne attrezzato per il periodo bellico, a contrastare il forte austriaco di Lardaro.
Infine ancora la zona di Valledrane fu teatro di alcuni scontri fra partigiani della Brigata Perlasca e militi fascisti del presidio di stanza al forte.